Rassegna Stampa di #SmartItalia lezioni per il futuro
Cos’è
La Rassegna Stampa SmatItalia legge tra le righe delle pagine dei giornali cercando elementi di cambiamento e nuove ipotesi per affacciarsi alla fase 2, arricchiti dall’esperienza maturata . Un nuovo modo di fare rassegna stampa intercettando alcuni spunti del cambiamento in atto.
Rassegna Stampa SmartItalia lezioni per il futuro del 12/05/2020
PA e semplificazione
Sul Messaggero di oggi si parla di Concorsi pubblici e delle assunzioni in 8 mesi come previsto dal decreto “Rilancio” che introdurrà procedure più veloci, rese necessarie anche dalla necessità del ricambio generazionale, visto che nei prossimi tre anni andranno in pensione oltre 450 mila lavoratori della PA. Non ci saranno limiti di età e voto minimo di laurea e, tra i criteri di valutazione, il Ministro per la PA Fabiana Dadone ha sottolineato che varranno anche quelli legati al “senso dello Stato, ovvero se tiene al bene comune” e l’essere in possesso delle “nuove” competenze, come le capacità trasversali. “Vorrei - sostiene infatti - che nei futuri bandi, a parità di condizione tra due candidati, nel corso della prova orale venga valutata anche la capacità di lavorare in gruppo, di adattarsi, di gestire lo stress”. Le prove saranno svolte tramite supporto informatico per garantire la sicurezza sanitaria e per presentare la propria candidatura ai concorsi, sarà necessario lo Spid e una casella di posta elettronica certificata.
Un articolo di ieri, apparso su la Discussione, dedica una riflessione alla burocrazia della PA intesa “come struttura di servizio allo Stato comunità”. Si legge, in questa riflessione, avviata dalla relazione della Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, come l’attività amministrativa può essere “efficace, rapida e risolutiva dei problemi quando la burocrazia è nel suo complesso a servizio del Paese e dei cittadini nello svolgimento di funzioni e servizi essenziali”. L’auspicio è che la norma attuale possa essere oggetto di manutenzione attraverso piccoli “innesti” che prevedano che l’attività della PA sia svolta con l’ausilio dell’IT e il supporto del 5G. La crisi del Covid 19, se da un lato è stata affrontata dalla PA con uno slancio propositivo e con un strumento, lo smart working, che ha permesso che il Paese non si fermasse, dall’altro ha messo in evidenza tutti il limiti di una burocrazia che va ridisegnata dallo stesso Parlamento “per dare la traiettoria della buona azione amministrativa per sburocratizzare il Paese e dare risposte concrete alle nuove generazioni”.
Pa e smart working
Sul Foglio di ieri si legge come, da una indagine condotta dall’ Enea su un campione di 5500 dipendenti di 29 amministrazioni pubbliche, emerge che “lo smart working consente non solo di migliorare il lavoro e valorizzare le persone, ma anche di incidere in modo significativo sull’ambiente e di stimolare la nascita di un nuovo assetto urbano”. Durante il lock down il 75% dei dipendenti pubblici ha lavorato da casa, risparmiando 46 milioni di chilometri di mobilità e 4 milioni di euro per il mancato acquisto di carburante.
Regioni
Sul Corriere della Sera di oggi si legge come dal 18 maggio le Regioni potranno gestire la ripartenza secondo i loro criteri, rimanendo ferma l’ipotesi di richiudere tutto, qualora si ripresentassero dei focolai. Il Ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, in occasione di una video conferenza con i presidenti delle Regioni ha parlato di “una fase nuova, la fase della responsabilità”. Dopo un'inziale inquietudine, dovuta alla crisi economica che il blocco sta causando e che ha spinto alcuni governatori a mordere il freno, ora vi è massima cautela in particolare da parte dei governatori della Campania e della Sardegna. Anche il presidente della Regione Siciliana intende lasciare chiusi gli accessi all'isola fino al 31 maggio. Il monitoraggio della situazione verrà fatto di concerto tra governo e Regioni, che chiedono linee guida a breve.
Anche il Messaggero di oggi dedica spazio al rapporto, che non è sempre stato facile in questo periodo, tra Stato e Regioni e alla inversione fatta dal Governo, come dice lo stesso Boccia “Così invertiamo l'onere della prova: saranno le Regioni a dover dimostrare il loro senso di responsabilità”. L’intento è quindi quello di responsabilizzare ancora di più le Regioni abbandonando l’atteggiamento di “Stato Chioccia” di questi ultimi mesi.
Scuola
Su Italia Oggi si legge come a settembre si tornerà a scuola con mascherine e turnazioni e questo prevede un protocollo sanitario specifico e alcune misure di sicurezza come l’uso delle mascherine e la rilevazione della temperatura per gli insegnanti e al bisogno per gli alunni. Gli ingressi in mensa saranno scaglionati e verrà apposta una segnaletica per evitare incontri nelle zone di transito. Viene introdotta, inoltre, la figura del medico competente per la sorveglianza sanitaria ed un supporto psicologico per chi rientra dopo essere guarito dal Covid 19 o per chi ha subito i contraccolpi del lungo lock down. Sono tutte novità che prima di settembre devono essere condivise e “trovare forma contrattuale in un contratto integrativo per singola scuola”.